Nell’era della globalizzazione, il mercato alimentare globale rappresenta un ruolo cruciale nell’economia mondiale, fungendo da ponte tra culture diverse attraverso il linguaggio universale del cibo.
La capacità di esportare prodotti in nuovi mercati può segnare la differenza tra il successo e il fallimento per le aziende del settore agroalimentare. In questo contesto, il mercato statunitense è come una meta ambita per l’industria alimentare italiana, rinomata per la sua qualità, tradizione e innovazione.
Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più grandi e diversificati al mondo, offrendo enormi opportunità per i produttori italiani che desiderano espandere la propria presenza oltre confine.
La domanda americana per prodotti alimentari di qualità, insieme all’apprezzamento crescente per la cucina italiana, pone le basi per una partnership commerciale fiorente e reciprocamente vantaggiosa.
Tuttavia, navigare nel complesso panorama delle esportazioni richiede una comprensione approfondita dei regolamenti, delle preferenze dei consumatori e delle tendenze di mercato.
L’importanza dei broker e degli intermediari commerciali in questo processo non può essere sottovalutata. Essi giocano un ruolo fondamentale nell’aprire le porte dei mercati esteri, facilitando l’accesso delle aziende italiane a reti di distribuzione estese e garantendo il rispetto dei rigorosi standard di sicurezza alimentare richiesti.
La collaborazione con partner affidabili e la certificazione dei prodotti sono dunque aspetti chiave per affermarsi sul mercato americano.
Perché il mercato americano è importante per la filiera italiana agroalimentare
Il mercato americano offre un’opportunità senza precedenti per la filiera agroalimentare italiana di ampliare il proprio raggio d’azione e di incrementare significativamente i propri ricavi.
Con un PIL tra i più alti al mondo e una popolazione di oltre 330 milioni di persone, gli USA presentano un mercato ampio e in continua crescita per i prodotti alimentari di alta qualità. La dieta mediterranea, con al centro i prodotti italiani, è sempre più apprezzata per i suoi benefici sulla salute, aumentando la domanda di prodotti autentici italiani.
Inoltre, l’export verso gli USA consente alle aziende italiane non solo di diversificare i propri mercati di sbocco, riducendo quindi la dipendenza dal mercato interno e da quelli europei, ma anche di beneficiare di un cambio valutario favorevole, che può incrementare ulteriormente i margini di profitto.
La presenza sui mercati americani aumenta anche il prestigio e il riconoscimento del brand, favorendo l’espansione in altri paesi.
La sfida per le imprese italiane sta nel comprendere e adattarsi alle peculiarità del consumatore americano, che si distingue per dinamiche di consumo uniche e in rapida evoluzione.
Questa sfida richiede un approccio strategico mirato e la capacità di innovare mantenendo inalterata l’autenticità dei prodotti offerti.
Quali sono i prodotti alimentari italiani più apprezzati negli Stati Uniti d’America
Tra i prodotti alimentari italiani più apprezzati negli USA spiccano indubbiamente il vino, l’olio d’oliva, la pasta, i formaggi e i salumi. Questi prodotti non solo rappresentano la quintessenza della dieta mediterranea ma sono anche simboli di un’eccellenza culinaria riconosciuta a livello mondiale.
Il vino italiano, in particolare, gode di una reputazione eccellente, grazie alla sua vasta gamma di varietà e alla sua capacità di accompagnare perfettamente una molteplicità di piatti.
L’olio d’oliva italiano è altrettanto apprezzato per la sua qualità superiore e le sue proprietà benefiche. I consumatori americani sono sempre più informati sui benefici dell’olio d’oliva per la salute e prediligono l’olio italiano per il suo sapore unico e la sua autenticità.
Pasta, formaggi e salumi completano l’esperienza gastronomica italiana, offrendo sapori e tradizioni che variano da una regione all’altra dell’Italia.
Questi prodotti, grazie alla loro versatilità e al loro legame con la tradizione culinaria italiana, trovano grande accoglienza sulle tavole americane, consolidandosi come elementi imprescindibili della dieta quotidiana.
Quali sono i requisiti per la sicurezza alimentare in USA
Per accedere al mercato statunitense, i prodotti alimentari italiani devono soddisfare rigorosi standard di sicurezza alimentare, stabiliti dall’Food and Drug Administration (FDA) e dal Department of Agriculture (USDA) degli Stati Uniti.
La normativa di riferimento sul territorio statunitense è il Cfr 21. La Food Safety Modernization Act (FSMA), promulgata nel 2011, rappresenta una svolta storica nella regolamentazione della sicurezza alimentare negli Stati Uniti.
Questa legge, voluta fortemente dalla Food and Drug Administration (FDA), si concentra sulla prevenzione dei rischi alimentari piuttosto che sulla semplice reazione a episodi di contaminazione.
Tra le varie disposizioni, la FSMA stabilisce requisiti specifici per le aziende alimentari che operano o esportano nel/verso gli USA, introducendo concetti chiave quali il Preventive Controls Qualified Individual (PCQI), il Foreign Supplier Verification Program (FSVP), e requisiti per i Food Defense Qualified Individuals (FDQI), benché quest’ultimo termine sia meno comunemente citato nella letteratura standard della FSMA.
I punti salienti della legge comprendono:
- Preventive Controls Rule: Uno dei pilastri della FSMA è la regola sui controlli preventivi per alimenti umani (CFR 21 Part 117), che richiede l’implementazione di un sistema di analisi dei rischi e controlli preventivi basati sul rischio (HARPC). Questo approccio richiede alle aziende di valutare i potenziali pericoli per la sicurezza alimentare e di implementare misure preventive per gestirli.
- Ruolo del PCQI: Il Preventive Controls Qualified Individual è una figura centrale nella gestione della sicurezza alimentare sotto la FSMA. Il PCQI è responsabile dell’elaborazione e dell’applicazione del piano di sicurezza alimentare, inclusa l’analisi dei pericoli e l’identificazione dei controlli preventivi. Questo professionista deve possedere le competenze, attraverso formazione o esperienza, per sviluppare e applicare un piano di sicurezza alimentare efficace.
- FSVP per importatori di alimenti: Il Foreign Supplier Verification Program è un altro aspetto cruciale della FSMA, specificatamente progettato per gli importatori di alimenti negli USA. Questo programma richiede che gli importatori assicurino che i loro fornitori stranieri rispettino gli standard di sicurezza alimentare americani. L’FSVP implica la verifica che i fornitori esteri utilizzino processi e procedure che offrano lo stesso livello di protezione della salute pubblica come quelli richiesti per i produttori statunitensi, comprese le analisi dei rischi e i controlli preventivi.
La legge americana per la sicurezza alimentare richiede l’applicazione del sistema HARPC (Hazard Analysis and Critical Control Points) del quale ti segnaliamo una utile guida all’applicazione che puoi trovare cliccando su questo link: https://www.sistemieconsulenze.it/harpc-food-safety-system/
Frodi ed italian sounding dei prodotti italiani
Un problema crescente nel mercato globale è rappresentato dalle frodi alimentari e dal fenomeno dell’italian sounding, ovvero prodotti che, pur non essendo italiani, vengono commercializzati con nomi, imballaggi e marchi che evocano l’Italia, sfruttando indebitamente la reputazione del Made in Italy per trarne vantaggio commerciale. Questa pratica non solo inganna i consumatori ma danneggia anche l’immagine e il valore economico dei veri prodotti italiani.
Combattere l’italian sounding richiede un approccio coordinato, che include la sensibilizzazione dei consumatori, l’azione legale contro le imitazioni e la collaborazione tra governi e organizzazioni internazionali per rafforzare le norme sulla proprietà intellettuale e l’indicazione geografica.
Le aziende italiane possono difendere l’autenticità dei loro prodotti attraverso la certificazione di origine e qualità, dimostrando ai consumatori e ai distributori l’indiscutibile provenienza italiana e rispettando gli elevati standard di produzione che caratterizzano il settore agroalimentare del paese.
Certificazione alimentare come strumento di accesso al mercato USA
La certificazione alimentare rappresenta uno strumento fondamentale per facilitare l’accesso dei prodotti italiani al mercato USA. Le certificazioni attestano il rispetto di standard qualitativi e di sicurezza riconosciuti a livello internazionale, offrendo una garanzia ai consumatori americani sulla qualità e l’autenticità dei prodotti che acquistano.
Tra le certificazioni più importanti si annoverano:
- BRCGS Food Safety è una norma globale per la sicurezza alimentare sviluppata dal British Retail Consortium (BRC), ora conosciuto come BRC Global Standards. Questa certificazione è rivolta ai produttori di alimenti e ha lo scopo di garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari attraverso l’adozione di buone pratiche di fabbricazione, l’implementazione di sistemi per la food safety e la gestione efficace della qualità e dell’ambiente di produzione. La norma BRCGS Food Safety è riconosciuta a livello internazionale e accettata da molti retailer, produttori di alimenti, e organizzazioni in tutto il mondo.
- BRCGS for Agents and Brokers si rivolge agli intermediari che acquistano, vendono o facilitano il commercio di prodotti alimentari, ma non li producono, trasformano o immagazzinano nel loro stabilimento. Questa norma è progettata per garantire la tracciabilità e la gestione della qualità lungo tutta la catena di approvvigionamento, assicurando che gli agenti e i broker gestiscano in modo responsabile i loro fornitori e che i prodotti siano conformi alle specifiche di sicurezza e qualità.
- IFS Food è una norma di sicurezza e qualità degli alimenti riconosciuta a livello internazionale per le aziende che producono alimenti o che confezionano prodotti alimentari sfusi. È focalizzata sulla sicurezza alimentare e sulla qualità dei processi e dei prodotti e richiede che le aziende implementino un sistema di gestione della qualità e applichino le pratiche di buona produzione. La norma è particolarmente diffusa in Europa e viene utilizzata da aziende alimentari per dimostrare la conformità ai requisiti di sicurezza alimentare dei clienti.
- IFS Broker è stata sviluppata per garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento, focalizzandosi su quegli intermediari che non manipolano direttamente i prodotti alimentari. Questa certificazione assicura che i broker, gli agenti e gli importatori valutino i propri fornitori e garantiscano che questi rispettino gli standard di sicurezza e qualità degli alimenti, attraverso un’efficace gestione dei processi e un sistema di audit rigoroso.
- FSSC 22000 è uno schema di certificazione completo basato sullo standard internazionale ISO 22000 per la gestione della sicurezza alimentare, unito agli specifici prerequisiti programmi (PRP) e ai requisiti aggiuntivi dello schema FSSC. Questo schema è riconosciuto dalla Global Food Safety Initiative (GFSI) ed è applicabile a tutti i settori della catena di approvvigionamento alimentare, dalla produzione alla confezione, al trasporto e alla vendita al dettaglio. L’FSSC 22000 è progettato per migliorare la sicurezza alimentare a livello globale, assicurando che le aziende producano prodotti alimentari sicuri per i consumatori.
- GLOBALG.A.P. (precedentemente noto come EurepGAP) è uno standard per le buone pratiche agricole (GAP). Questa certificazione si rivolge principalmente ai produttori agricoli e ha l’obiettivo di stabilire pratiche agricole sostenibili e responsabili a livello globale. Copre diversi aspetti della produzione agricola, inclusi la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale, il benessere degli animali (per la produzione zootecnica) e la salute e la sicurezza dei lavoratori. GLOBALG.A.P. è un punto di riferimento per i produttori che vogliono accedere ai mercati globali, garantendo ai loro clienti la conformità a standard elevati di produzione.
Ciascuna di queste certificazioni ha specifici ambiti di applicazione e obiettivi, ma tutte condividono l’intento comune di migliorare la sicurezza, la qualità e la sostenibilità dei prodotti alimentari e dei processi di produzione e distribuzione.